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  • Immagine del redattoreRoxanne Caracciolo

Il conte di Saint Germain: l'immortale

Le origini del conte di Saint-Germain sono avvolte dal mistero e incerte ma di sicuro sono aristocratiche. Famoso per la sua grande cultura, abile musicista, conoscitore di molte lingue, pittore e soprattutto grande alchimista, produttore di portentose pozioni. Viene citato nelle memorie di Giacomo Casanova ma anche Voltaire, Mozart, Madame de Pompadour e Cagliostro lo incontrarono.

Alcune sue caratteristiche più stravaganti, come quella di sparire all'improvviso e di riapparire contemporaneamente in più luoghi. Si fa notare per la prima volta verso il 1740 esule dall'Inghilterra introdotto alla corte di Francia. Nel 1746 si ritira in Germania per consacrarsi agli studi alchemici, pochi anni dopo ottiene uno spazio dove installare un laboratorio alchemico, promettendo a Luigi XV, «la più ricca e rara delle scoperte mai compiute». È così che ottiene una parte del castello di Chambord.


Ad un ricevimento tenutosi alla corte di Luigi XV incontra la contessa di Vergy. Questa lo saluta affettuosamente, chiedendogli informazioni sul padre che aveva conosciuto una cinquantina di anni prima a Venezia, ma la risposta che ottiene è semplice e sconvolgente: l'uomo conosciuto era proprio lui e per rendere inequivocabile l'affermazione le descrisse dei particolari che solo qualcuno presente allora poteva conoscere! Protetto da madame Pompadour, era già seguito da leggende di immortalità ed eterna giovinezza, quando fu presentato al reggente di Francia che, piuttosto scettico, volle mettere alla prova le sue dichiarate facoltà paranormali e di veggenza.


Il Re era rimasto impressionato da una storia ascoltata da bambino in cui un procuratore dello Chatelet e dilettante alchimista, un certo Maitre Dumas, era sparito dalla sua abitazione dopo aver ricevuto la visita di un omino nero su un vecchio ronzino ferito. Non solo il conte citò il nome dell'uomo, ma rivelò anche l'esatto indirizzo: rue de l'Hirondelle. Stimolato da Luigi XV, si concentrò ed aggiunse che il cadavere non si era mai trovato in quanto Dumas si era avvelenato nel laboratorio sotterraneo la cui unica entrata era una botola nascosta da alcune lastre mobili nei pressi dell'entrata. Il giorno successivo fu riaperta un'inchiesta e tutto fu trovato come descritto.


Dopo cio' la figura di Saint-Germain si confonde con quella dell'alchimista Lascaris, perché tanti sono i punti di contatto e le coincidenze che taluni li ritengono un'unica persona. Entrambi boemi e legati alla corte di Prussia, riuscirono a trasmutare rame e piombo in oro alla presenza di testimoni attendibili; entrambi sembravano non invecchiare mai e più di un tratto somatico e della personalità coincideva perfettamente. Sadoul, un alchimista contemporaneo che si è interessato alla loro storia, ritiene che Lascaris possa essere un'identità precedente dei conte, che aveva scoperto l'elisir di lunga vita (o qualcosa di simile che lo facesse ringiovanire periodicamente).


Il conte di Saint Germain, l'unico essere umano in odore di immortalità
Il conte di Saint Germain, l'unico essere umano in odore di immortalità

A Roma, a mezzogiorno di ogni Natale, c'è chi giura che il conte di Saint Germain appaia sul Pincio, tranquillamente seduto su una panchina ad attendere i suoi seguaci. E' storicamente provato che il conte fosse compositore di musica (le sue sonate, stampate dall'editore londinese Waish tra il 1748 e il 1760, furono apprezzate da Mozart e da Gluck), eccellente violinista (il successo dei suoi concerti fu pari, si dice, a quello dei concerti dell'italiano Paganini), abile pittore (anche se privo di originalità artistica) e ingegnoso chimico (aveva elaborato centinaia di procedimenti industriali, per la tintura delle sete, per il cuoio, per la preparazione di oli ed essenze, oltre che per la cosmetica, arte in cui era considerato autore di ricette miracolose).

Gli immortali sono realmente esistiti? Ci sono ancora? Chi erano? Tutte domande alle quali non siamo in grado di rispondere, ma se, come sempre, una leggenda o un mito ha un fondamento di verità, dobbiamo ritenere che esseri straordinari sono vissuti sulla Terra forse in epoche remote, non sappiamo se esistono ancora, anche se la parola immortale potrebbe suggerire che esistono ancora e celano la loro identità.


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