Torino, città magica per eccellenza: secondo gli esoteristi vertice della magia bianca assieme a Praga e Lione e di quella nera con Londra e San Francisco. Per questo motivo Torino Magica è divisa in due zone, una bianca e una nera. Il suo cuore nero si trova in piazza Statuto, a ovest dove tramonta il sole, mentre il cuore bianco ha il suo centro in piazza Castello, dove viene conservata la reliquia della Sindone. Tra simbologie massoniche nascoste in bella vista tra fontane e portoni, occhi di Horus che ti scrutano dai tombini e misteriosi mascheroni in uso in tanti palazzi torinesi che avevano il compito di allontanare le negatività, la magia diventa palpabile.
Uno dei “cinque punti” della magia nera, quello più inquietante forse, è in Via Xx Settembre, 40 nell’ex Palazzo Trucchi di Levaldigi oggi sede della Banca Nazionale del Lavoro, oggi noto come Palazzo del Diavolo. Lo sfarzoso portone fu fatto costruire dal ministro delle Finanze di Casa Savoia, un uomo che si dice avesse fatto un patto con il diavolo per la sua carriera lampo. Naturalmente su di esso si possono notare numerose effigi demoniache, il batacchio raffigura il Diavolo intento a fissare i passanti e la parte finale che si usava per bussare, due serpenti intrecciati. Stando invece alla versione magica il portone comparve in una sola notte e dietro di esso fu imprigionato l’esoterista che evocò il re degli inferi e pare che questo ancora vaghi nel palazzo…Il mago non fu l’unico a restarvi imprigionato: a seguito di varie ristrutturazioni sono stati rinvenuti almeno tre scheletri in epoche e circostanze diverse.
Sul finire del 1700 il palazzo apparteneva a Marianna Carolina di Savoia. Durante una sontuosa festa di carnevale una ballerina cadde pugnalata a morte; non furono mai trovati ne colpevole ne arma del delitto. Quella stessa notte si scatenò sulla città una tempesta di vento e pioggia culminata con lampi accecanti, tuoni fragorosi e vetri frantumati. Un vento freddo soffiò all’interno del palazzo e spense tutte le luci, gli invitati scapparono urlanti. Poco tempo dopo venne avvistato un fantasma che si aggirava per le stanze del palazzo, quello della ballerina crudelmente uccisa la notte della festa.
Sembra inoltre che nel 1600 il palazzo fosse sede della Fabbrica dei Tarocchi. Una curiosità: il numero civico all’epoca era il 15, nei tarocchi il quindicesimo arcano maggiore è la carta del diavolo, oggi l’autobus che passa in quella zona è…il 15!
Ma la cosa più strana è che chiunque tenti di fotografarsi davanti al portone ne ottiene
una foto mossa o sfocata. Sono stata a Torino più volte, quando ho visto il famoso Portone non sapevo la faccenda delle foto, ho provato a farne una ma il mio telefono era scarico (…) come quello di chi era con me quel giorno!
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