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Immagine del redattoreRoxanne Caracciolo

Museo di Arte Criminologica: un percorso nel lato oscuro dell'anima.

Aggiornamento: 5 feb 2021

Olevano di Lomellina (Pv), borgo rurale di quasi mille abitanti, ospita da molti anni un museo davvero particolare: il Museo di Arte Criminologica fondato da Roberto Paparella, criminologo, collezionista e creatore di una disciplina ibrida da lui stesso chiamata “arte criminologica”.


Come egli stesso dichiara la sua collezione iniziò con documenti cartacei e qualche oggetto ritrovato nei mercatini, la passione per il lato oscuro dell’animo umano e per l’antiquariato fecero il resto. Attualmente nel museo vi sono oltre 530 pezzi datati dal 1500 in avanti e durante questo percorso molto particolare, il visitatore incontra sia vittime che carnefici, oggetti autentici e riproduzioni fedeli di fatti e persone oltre a strumenti di tortura del passato e del "presente", mummie, scheletri, teste e arti mozzati (gli unici elementi che sono dichiaratamente finti benchè realistici), libri antichi, foto d'epoca, serial killer italiani e una ricchissima collezione criminale ed esoterica: manette, coltelli, grimaldelli, antichi strumenti per autopsie e un kit anti-vampiro commercializzato a fine carriera da Cesare Lombroso.


La prima ricostruzione fatta da Paparella risale al 1998, è quella di Vincenzo Verzeni, il “vampiro della bergamasca” e l’ultima è una scena che fa riferimento ai delitti delle “bestie di satana”. All’ingresso una bara con il corpo di una donna ricucito dopo un autopsia e una frase in cima alla scale ripide attende gli avventori: “La ragione per cui molte persone trovano quest'arte spaventosa, è la medesima per cui molti altri la

trovano affascinante. Essa rappresenta il buio della nostra esistenza che si trova appena sotto la nostra pelle”.


Il museo ha sede all'interno della grande cascina dove Roberto vive, lavora e crea. Trovarla non è facile, arrivarci neppure (quasi 2 chilometri di strada sterrata mettono a dura prova la pazienza e le sospensioni di chiunque) ma il viaggio vale sicuramente la pena.


Non ci sono orari d'apertura e l'ingresso è a offerta libera: contatta Roberto prendi accordi direttamente con lui, sarà felice di avere te e i tuoi amici ospiti della sua mostra permanente e raccontarti (con tanta passione) di ogni singolo pezzo lì raccolto.



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