Sicignano degli Alburni è un piccolo paesino in provincia di Salerno.
Nei pressi del centro abitato c’è un monastero abbandonato, circondato da sterpaglie e dalle pareti ricoperte di rampicanti. L’aspetto di questo luogo ormai restituito alla natura non è, a prima vista, spaventoso ma nessuno vi si avvicina più.
Il monastero viene evitato da tutti e guardato con sospetto da chiunque conosca la sua storia. Gli abitanti di Sicignano lo chiamano “Il monastero dei Monaci del Diavolo” e le leggende dicono che sia infestato da un fantasma crudele e desideroso di vendetta.
La leggenda narra che un giorno, alle porte del Monastero Benedettino di Sicignano, bussasse un uomo: un mendicante, malato ed affamato, che i monaci accolsero subito.
Lo nutrirono, e cercarono di curarlo, ma le sue condizioni erano così disperate da spingerli a dargli persino l’estrema unzione ma contro ogni pronostico, dopo molti giorni di malattia, febbre e delirio, il mendicante guarì.
Per ricambiare i monaci della loro gentilezza il mendicante rimase nel monastero a prestare la propria opera: lì dove c’era da compiere una qualsiasi fatica il mendicante interveniva. sbrigava commissioni; ben presto, per i monaci, divenne un aiuto irrinunciabile.
Dopo qualche anno, decise di prendere i voti e diventare monaco, mai scelta fu tanto triste ed infausta .Accadde infatti che il novello monaco incontrò un giorno una giovane donna china a raccogliere delle erbe nei pressi del monastero. parlando con lei, il monaco scoprì che veniva dalla vicina cittadina... e giorno dopo giorno si davano appuntamento sempre più spesso, tanto che dopo tanti incontri clandestini
si compì il loro destino: si innamorarono perdutamente l’uno dell’altra.
La loro fu una storia di perdizione e bruciante passione.
Ben presto, gli altri monaci li scoprirono. Sconvolti, turbati della relazione che il monaco aveva intrecciato con la ragazza, decisero di punirli.
Imprigionarono l’uomo, affinché espiasse i suoi peccati carnali. mentre la sua amata fu molto più sfortunata: venne accusata di stregoneria, torturata e seviziata. Si narra che le inflissero tali tormenti da condurla alla follia e che le torture la spinsero a confessare di essere una strega e che morì arsa sul rogo.
La povera ragazza morì e i due amanti non si videro mai più.
Il monaco fu liberato, venuto a conoscenza della terribile sorte toccata all’ amata, ne fu distrutto. Gli altri monaci che vivevano nel monastero, coloro che si erano resi responsabili della crudele morte dell’amata fanciulla, morirono uno dopo l’altro in circostanze misteriose.
Alla fine anche, il monaco morì e da allora si dice che il suo fantasma continui ad infestare il monastero maledetto ancora ricolmo d’odio e sete di vendetta per l’ingiusta e crudele morte toccata al suo amore.
Dopo moltissimi anni dalla morte del monaco, un giorno un uomo ed una donna si diressero al monastero con la loro carrozza. Sembra che fosse una notte di tempesta, buia e gelida: marito e moglie chiesero ospitalità al monastero per quella notte e dunque si fermarono lì.
Ma accadde qualcosa di terribile: la carrozza il giorno dopo fece ritorno a Sicignano, ma a bordo c’era solo il marito. Non si sa come fece a rientrare e nemmeno chi avesse guidato i cavalli: l’uomo a bordo, infatti, era morto. Col cranio fracassato ed il viso distrutto, sedeva con la testa penzoloni e sanguinante sulla carrozza.
Questa terribile circostanza rinfocolò le braci della leggenda: ad ucciderlo era stato, si diceva, il fantasma del monastero di Sicignano!
Mentre una storia più recente riguardante sempre il fantasma ed il monastero maledetto risale, al recentissimo 1989.
Un gruppo di ragazzi, inoltratisi nel bosco, avrebbe ad un certo punto scorto una figura misteriosa accanto alle mura del monastero. L’uomo, vestito come un monaco, si diresse verso si loro, avanzando lentamente tra i rovi degli alberi; i ragazzi, terrorizzati, scapparono tra le urla e lo sconcerto...
Uno di loro cadde e venne raggiunto velocemente dalla figura del monaco che si chinò su di lui sussurrandogli nell’orecchio parole incomprensibili in una lingua sconosciuta prima di allontanarsi e svanire nel nulla.
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