E' considerata la notte dei poteri divinatori, della raccolta delle erbe che bagnate dalla rugiada amplificano le loro facolta' curative, ma la notte tra il 23 e il 24 giugno e' soprattutto la notte della tradizione: "rituali divinatori" giunti a noi attraverso i secoli, consentono alle ragazze "da marito" di propiziare la buona sorte in amore.
Nella notte di San Giovanni, in Veneto, le ragazze che avevano più di un pretendente scrivevano su dei bigliettini i nomi dei loro spasimanti, uno per uno: piegavano i biglietti in quattro e li gettavano in un catino d’acqua. Il bigliettino che a contatto l’acqua si apriva per primo, conteneva il nome dell’uomo “giusto”.
I maschi, invece in questa notte dovrebbero cogliere delle foglie di maggiorana, verbena e valeriana, farle seccare al sole, ridurle in polvere e, al momento che giudicheranno propizio, gettarle addosso alla donna desiderata, sembra che il successo sia certo. Altra bellissima usanza per divinare in questa notte, è quella del piombo fuso: si prende un pezzetto di piombo (vanno pene anche i piombini da pesca) e lo si mette in un cucchiaio o un pentolino (che poi si butta perchè il piombo è tossico) a contatto con la fiamma di una candela. Dopo pochi minuti, il piombo inizia a liquefarsi. A questo punto, si prende il piombo e lo si versa in un recipiente pieno d’acqua elaborando una domanda, un quesito..(non spaventatevi, perchè il piombo, al contatto con l’acqua fa un piccolo botto) alla fine dell’opera, il piombo prenderà delle forme tali dalle quali trarre la vostra personalissima interpretazione a seconda del "pensiero" che e' stato messo all'inizio del rituale...oppure a mezzanotte, prendere tre fave: alla prima togliere completamente la buccia, alla seconda togliere la metà della buccia, e alla terza lasciarla intatta. Incartare le tre fave come caramelle con tre carte identiche, metterle sotto il cuscino e dormirci sopra. Il mattino pescandone una a caso, se la buccia è intera vuol dire che s’incontrerà un marito ricco, con mezza buccia benestante e senza buccia povero. In certe zone le ragazze usano, prima di addormentarsi, pregare San Giovanni di far mostrare loro in sogno il volto del futuro compagno; altri dicono che se una ragazza a mezzanotte si guarderà allo specchio, vedrà riflesso accanto al suo volto quello di lui. Altra usanza è raccogliere un cardo e bruciacchiarlo, nasconderlo in una fenditura del muro e la mattina aspettare di vederlo verde e fresco come appena colto, se così sarà vorrà dire che ci si innamorerà felicemente corrisposte entro l’anno.
Ma in questa notte si raccolgono le erbe che, bagnate dalla rugiada, verranno conservate e utilizzate durante tutto l'anno. Tra quelle maggiormente usate e richieste troviamo:
L'IPERICO: da tenere sul corpo per proteggere se stessi e la famiglia
L'ARTEMISIA: contro il malocchio
LA MENTA: garanzia di una lunga vita
LA SALVIA: protegge dalle creature malvagie
LA VERBENA: simbolo di prosperità e pace, cara alle streghe, era in grado di guarire dalle malattie
IL RIBES: i cui frutti rossi sono chiamati anche bacche di San Giovanni
LA MANDRAGORA: una delle piante più pericolose, con doppia facoltà di sedare ed eccitare data la sua essenza ambivalente, maschio o femmina; molto cara alle streghe, la usavano per preparare narcotici e filtri d’amore
IL ROSMARINO: che appeso teneva fuori il male
LA LAVANDA: grande pianta protettrice
LA FELCE: donava grandi capacità divinatorie, forze soprannaturali e sapienza: secondo le credenze il suo fiore si schiude solo la Notte di San Giovanni.
Si raccolgono anche le NOCI ACERBE per preparare sotto spirito il "nocino", liquore delle streghe. Il noce è il grande ed antico albero di Benevento attorno al quale si riunivano a convegno le streghe.
Le noci venivano colte verdi, perché potevano essere in questo modo trapassate da un spillone da parte a parte e rimanere in infusione nell’alcool fino alla Notte di San Lorenzo, il 10 di Agosto, per poi essere filtrato, zuccherato e aromatizzato con spezie come cannella e chiodi di garofano.
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