Il cimitero delle Fontanelle, detto cosi' per la presenza in passato di ricche fonti d'acqua, era in origine una cava dalla quale fino al 1600 si otteneva il tufo giallo, materiale con quale è costruita la parte più antica della città di Napoli. Situato nello storico Rione Sanità, dal 1656, lo spazio delle cave fu utilizzato come sepoltura comune per le vittime della peste che provocò almeno trecentomila morti e successivamente dell'epidemia di colera del 1836. Secondo una credenza popolare uno studioso avrebbe contato, alla fine dell'Ottocento, circa otto milioni di ossa di cadaveri rigorosamente anonimi. Oggi si possono contare 40.000 resti, ma si dice che sotto l'attuale piano di calpestio vi siano compresse ossa per almeno quattro metri di profondità, ordinatamente disposte, all'epoca, da becchini specializzati. Ed è proprio da quando è divenuto ossario che si è sviluppato il "culto delle anime pezzentelle": il rituale di "adozione" da parte del popolo napoletano di uno o più teschi senza nome da curare e a cui chiedere grazie o consigli che avvenivano attraverso i sogni. Gli aneddoti sono davvero tanti riguardo questa diffusa credenza popolare che la Chiesa ha contrastato nel 1969 bandendo il culto e la venerazione delle "anime abbandonate" ritenendolo pagano. Caduto per qualche decennio nel dimenticatoio ed in stato di abbandono, nel 2002 fu messo in sicurezza, riordinato ed oggi è aperto al pubblico e nuovamente accessibile.
All'interno, nella prima navata a sinistra, si trovano due bare con gli unici scheletri ben visibili dentro il cimitero, entrambi vestiti. Sono le spoglie di una coppia di nobili: Filippo Carafa conte di Cerreto, dei duchi di Maddaloni, morto ad ottantaquattro anni nel 1793 e sua moglie, donna Margherita, morta a cinquantaquattro anni. Quest'ultima, il cui cranio si è preservato mummificato, presenta la bocca aperta e da qui proviene la diceria che sarebbe morta soffocata da uno gnocco.
Ma la star del cimitero delle Fontanelle è sicuramente Donna Concetta: la particolarità di tale teschio, posto all'interno di una teca, è la sua lucidatura: mentre gli altri crani sono ricoperti di polvere, quest'ultimo è invece sempre ben lucidato. Ciò forse avviene perché raccoglie meglio l'umidità del luogo sotterraneo, che è stata sempre interpretata come sudore: "Se domandate ai devoti vi diranno che quell'umidità è sudore delle anime del Purgatorio"
Gli umori che si depositano su questi resti sono ritenuti dai fedeli acqua purificatrice, emanazione dell'aldilà in quanto rappresentazione delle fatiche e delle sofferenze cui sono sottoposte le anime.
Secondo la tradizione, anche donna Concetta si presta a esaudire delle grazie; per verificare se ciò avverrà, basta toccarla e verificare se la propria mano si bagna.
Un interpretazione popolare vuole che la canzone "donna Cuncetta" di Pino Daniele sia dedicata proprio alla "capa che suda" del cimitero delle Fontanelle.
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