Napoli è una città che non si sviluppa solo alla luce del sole. ma Il suo sottosuolo è ricco di storie e leggende; anticamente i romani per far funzionare il sistema idrico del centro storico usavano cunicoli sotterranei sotti i quali . si narra ci siano strane figure, spiriti benevoli o maligni a seconda dei casi, denominati i "munacielli", letteralmente "piccoli monaci". Si trattava probabilmente dei cosiddetti pozzari, una classe di liberi professionisti che si occupava della gestione delle cavità idriche e che per questo sapeva ben destreggiarsi tra i cunicoli.
Spesso, per risalire dal sottosuolo, giungevano nelle case del centro storico, dove approfittavano per rubare qualche oggetto di valore e per conquistare le donne del focolare. alcune persone che cominciarono a nascondersi per scoprire l'arcano, vedevano queste figure tozze dalla fisionomia simile a quella dei frati francescani. Per questo motivo il nome "munacielli".
Secondo la giornalista partenopea Matilde Serao, però, la leggenda sarebbe stata generata da un fatto realmente accaduto: 'o munaciell sarebbe stato il figlio illegittimo di Caterina Frezza, figlia di un ricco mercante, e Stefano Mariconda, un semplice garzone. Scoperta la relazione clandestina, Caterina partorì in un convento un bambino deforme che negli anni prese a vestire con un saio e cappuccio.
Nel quartiere Porto lo chiamavano appunto, "munaciello". Morì poi misteriosamente, anche se poco dopo ossa di nano furono rinvenute in una cloaca e molti avanzarono l'ipotesi che potesse essere stato ucciso dai Frezza. Il popolo napoletano, tuttavia, continuò a vederlo per le strade della città e ad attribuire alla sua sete di vendetta gli eventi sfavorevoli che si verificavano.
In effetti nell'immaginario collettivo egli è uno spiritello dispettoso che, laddove si manifesti, è capace di apportare ricchezze e benessere o sventure e sfortuna, a seconda della simpatia o antipatia verso i residenti della casa.
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