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  • Immagine del redattoreEnza Mauriello

Citta, Misteri, Fantasmi, Leggende...

Aggiornamento: 7 feb 2021


Treviso ha lo stesso alone magico di Torino e Praga, racchiude in sè tante leggende specie la sua principale abbazia...
L'abbazia dei fantasmi a Treviso

Treviso misteriosa: la leggenda

Lo sapevate che Treviso, come Torino, Lione e Praga, viene definita una città magica fin dalla seconda meta del XIII secolo? È una storia che arriva da lontano… C’è chi dice che Treviso derivi da Taurisium, si narra che possa derivare dalla raffigurazione di una figura femminile con tre visi, posta su una delle torri erette da Antenore per difendere la nuova città.

Treviso, città accogliente, racchiusa tra canali e spazi verdi, con le mura a farle da corona. possiede tuttavia anche un lato nascosto, oscuro e misterioso che l'ha accompagnata dagli albori della sua esistenza ed è rimasto al suo fianco quasi fino ai giorni nostri, per poi celarsi dietro la distrazione dei secoli moderni. Fortunatamente esso ha lasciato tracce indelebili e ben visibili a chiunque desideri osservarle.


E' una terra arcana, nascoste tra le pieghe della sua storia si possono scoprire racconti di grandi casati, anime dannate, spiriti vaganti e creature misteriose. Sono le vicende tormentate e i segreti celati di una terra tra realtà e fantasia, con la magia del passato che riemerge nelle feste e nelle rievocazioni.



L’abbazia dei fantasmi

I ruderi dell’abbazia dei monaci benedettini dell’abbazia di Santa Maria del Pero di Monastier, uno dei siti più misteriosi della Marca. Fu fondata dall’imperatore tedesco Ottone I Immaginate cosa si presentò agli occhi dei monaci: una distesa lacustre e boscosa, che bonificarono in osservanza della regola che affiancava alla preghiera il lavoro. All’interno del chiostro romanico fiorivano le rose e le ortensie, l'erbolarius offriva una varietà di erbe officinali al monaco.

Oggi non resta che uno scenario semi abbandonato. Le stanze del convento non risuonano più dei canti dei monaci, il campanile svetta muto, orfano di ore. Ma qualcuno, passando di là al crepuscolo, ha ancora l’impressione di udire un fruscio, un bisbigliare liturgico.


Un’impressione che si fa man mano reale. Poi campane inesistenti scandiscono ore perdute nel tempo, le finestre del chiostro iniziano a sbattere, dalla porta della chiesa un lume precede una processione di monaci che fa il giro del piazzale, entra in abbazia e sale una scala che non esiste più da molti anni. Poi tutto svanisce come se non fosse mai accaduto, spazzato dal vento, inghiottito dalla notte.





















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